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Tag: spartacus

Pubblicato il 15/11/201816/11/2018

Le edizioni Spartacus per il socialismo rivoluzionario (II)

di Vittorio Biancardi

Dopo il 1968

È in un panorama mutato, quindi, che Spartacus continua le sue pubblicazioni nel periodo che va dal 1969 al 1988, anno della morte di René.

Lungo questo arco di tempo il numero dei libri prodotti dalla casa editrice registra un aumento considerevole. Sono circa 50 i testi che si vanno aggiungendo al catalogo, senza contare le riedizioni1. Il mercato del libro «politico», intanto, conosce una relativa flessione positiva. Dopo il 1959, l’editore François Maspero2 si rende protagonista della pubblicazione di un buon numero di titoli sulla storia del movimento operaio, nonché numerosi libri di autori suoi contemporanei. Nel frattempo, le edizioni del Partito Comunista lavorano per dare alla luce un gran numero di testi classici del pensiero marxista. Ma le correnti minoritarie, escluse dalla storia ufficiale, faticano a trovare il loro spazio. Pubblicazioni come i Cahiers Spartacus contribuiscono alla diffusione e al rafforzamento del pensiero di tali correnti. Escono in quegli anni una ristampa della Réponse à Lénine di Herman Gorter e i Souvenirs sur Rosa Luxemburg di Louise Kautsky.

Pour René Lefeuvre, comme vingt ans plus tot, il s’agit de faire connaître non seulement la pensée, diverse, des courants non-léninistes historiques du socialisme, mais aussi d’apporter des ponts de vue sur les évenements contemporains s’inscrivant dans la continuité de ces courants. Sa force, ce sera de reunir autour de ce projet des petits groupes, des individus de toutes les génerations qui acceptent la pluralité des point de vue, des experiences, qui ont compris que le sectarisme est souvent le produit d’une pensée qui ne se confronte plus a la pratique. Les événements de Pologne, le développement du capitalisme en Chine, la révolution portugaise de 1974, des réflexions de collectifs sur la pratique syndicale ou les voies de l’abolition du salariat alimenteront le catalogue au meme titre que des études historiques ou des textes de Karl Marx, de Max Stirner, ou d’Anton Pannekoek.3

I contenuti delle pubblicazioni riflettono l’interesse per le tematiche e le situazioni che suscitavano un interesse diretto nei militanti: la rivoluzione culturale cinese, le rivolte operaie in Polonia, la rivoluzione portoghese. Inoltre, autori considerati libertari e altri della corrente comunista detta « dei consigli» contribuiscono ad arricchire un già consistente catalogo.

L’afflusso delle collaborazioni, il ritmo delle pubblicazioni convincono René Lefeuvre a riprendere a pubblicare una rivista. Nasce così “Spartacus – Socialisme et liberté”, di cui escono quindici numeri dal 1974 al 1979.

Risale a questo periodo la fondazione dell’associazione che porta il nome di «Les Amis de Spartacus».

Grazie ad essa, l’attività editoriale dura ancora oggi, registrando una longevità senza pari: si tratta a tutti gli effetti della più vecchia casa editrice militante ancora attiva4 sul suolo francese, e più precisamente a Parigi. La sua eredità è cospicua. Oltre a più di 300 titoli, esistono due archivi a testimoniare la storia delle edizioni. In essi sono contenuti materiali non solo strettamente legati all’attività di Lefeuvre e compagni, ma anche alla storia del movimento operaio, all’evoluzione del pensiero socialista in Francia, alla storia dell’editoria francese5.

Gli “Archives Spartacus”.

Con il nome di Archives Spartacus si indica convenzionalmente un fondo personale di documenti che René Lefeuvre donò alla BDIC6. L’elenco completo del materiale consta di 24 pagine su cui sono segnati i titoli e le copie delle riviste e le tematiche dei dossier7. Le donazioni non furono effettuate tutte in un solo momento; la prima donazione risale al 19798 L’ultimo dono risale al 18 giugno 1982, sei anni prima della morte. Le donazioni intermedie risalgono al novembre 1980 e all’ottobre 1981. È quindi nell’arco di quattro anni che l’editore donò gran parte del materiale collezionato nel corso degli anni a una biblioteca pubblica.

Il fondo è costituito per la maggior parte da riviste prodotte da gruppi di sinistra e sinistra extra-parlamentare, anarchici, autonomi, femministi e organizzazioni sindacali. Questa collezione è oggi a disposizione del pubblico.

Michel Dreyfus9, studioso e storico del movimento operaio, conosceva Lefeuvre personalmente; lo descrive come un militante autodidatta di un rigore impressionante, appassionato di scrittura. Fu lui a consigliargli di timbrare tutti i documenti che fanno parte del fondo.

«[…] j’ai lui dit de tamponner chaque document avec le tampon «Archives Spartacus, René Lefeuvre.»10 Oggi i documenti appartenenti al fondo sono riconoscibili proprio a partire dal timbro. Accade, talvolta, che dossier finiti nel dimenticatoio in qualche pila di cartelle vengano casualmente ritrovati in qualche ufficio, come è accaduto a Franck Veyron:

j’en trouve encore. Par exemple, l’autre semaine, un dossier sur un petit parti anticommuniste belge. Dessous il y avait le tampon Spartacus. Au lieu de conserver comme un fond dans son intégrité, c’était éclaté dans plein de choses différents. Avec pas toujours des indications sur la provenance. Encore cet matin, par hasard, on avait en magasin beaucoup de carton de choses qui ne sont jamais été traités, il y avait un dossier jamais regardé, avec dedans des tracts d’un syndicat des années 60, avec le tampon.

On ne peut pas parler des Archives Spartacus; il s’agit plûtot d’une collection.11

Come ben precisa il curatore della biblioteca, definire “archivio” il fondo di René Lefeuvre è improprio. Un archivio – composto da uno o più fondi – deve essere ordinato per potere essere definito tale. Nel caso del fondo in questione, i documenti sono stati suddivisi per aree tematiche secondo le categorie della biblioteca. L’unico elemento che costituisce una dimostrazione dell’integrità del fondo è il timbro con impresso il logo degli “Archives Spartacus – René Lefeuvre”. Siamo davanti a un problema di ordine archivistico: il principio del respect des fonds non è stato, in questo caso, rispettato12. Per restaurare il fondo originale di René Lefeuvre, e poter quindi parlare di “Archives Spartacus”, vi è un grande lavoro da fare di reperimento e di riordinamento delle fonti.

La raccolta di riviste, libri e materiale grigio, in parte fu ritrovata negli anni a ridosso del 1968 da Serge Quadruppani e François Cerutti. Il ritrovamento avvenne quasi per caso13, nel municipio del V arrondissement.

Sono stato io, insieme al mio amico François Cerutti, che era impiegato della Vieille Taupe, a scoprire questi cartoni strapieni di vecchie cartacce precisamente nelle cantine del Municipio del Quinto arrondissement – vicino al Panthéon. Li abbiamo portati nel retro-bottega della libreria, abbiamo cominciato a fare delle schede, ma poi abbiamo rinunciato; era al di là delle nostre forze. René ha deciso quindi di affidare i documenti alla Bibliothèque de Documentation Internationale contemporaine à Nanterre.14

E una di Cerutti, in cui sottolinea la natura di non-archivio della raccolta:

Concernant les Archives Spartacus il faut préciser que ces documents que j’ai trouvé dans les caves de la Mairie du Veme arrondissement de Paris n’étaient pas vraiment les archives elles-mêmes des Cahiers Spartacus mais des documents que René Lefeuvre avait réuni dans le cadre de sa vie militante. Suite à cette découverte nous avions décidé d’ouvrir un “centre de documentation” dans la salle arrière de notre librairie. Ce centre était libre d’accès et de nombreux militants sont venus le consulter, comme Daniel Cohn-Bendit par exemple. C’est dans le cadre de la réalisation de ce “centre” que avec l’aide de Serge Quadruppani j’ai créé des fiches permettant d’avoir un guide pour chercher les documents. Bien entendu quand la librairie a fermé ses portes l’ensemble du fond Spartacus a été remis à René. A cette époque je n’étais plus à Paris et je n’étais pas dans l’association les “Amis de Spartacus”. C’est pourquoi je ne sais pas ce que sont devenues ces fiches.15

Non si ha notizia certa circa l’ubicazione attuale delle schede menzionate da Cerutti, potenzialmente utili a ricostruire l’integrità del fondo. Se è vero che la storia di un’istituzione viene trasmessa dal suo archivio, è altresì vero che una storia esaustiva delle edizioni Spartacus e del loro fondatore non si potrà scrivere fino a quando i fondi rimanenti alla BDIC non saranno ordinati e catalogati.

Spartacus e la critica allo stalinismo

Come scriveva Luis Janover, anche in Francia coloro che si interessano da vicino alla storia sociale, e compresi i militanti politici, probabilmente non hanno mai sentito parlare di Spartacus e di René Lefeuvre. Questa mancanza di interesse è oltremodo curiosa, poiché il portato politico dei testi pubblicati da Spartacus non è secondario. Oltre che dal punto di vista formale e storico, infatti, l’originalità della casa editrice è dovuta al contenuto di tali libri.

Considerando gli autori e i titoli pubblicati negli anni durante i quali si consumò il conflitto che devastò la Spagna dal 1936 al 1939, infatti, si nota che la critica rivolta alla politica interventista e contro-rivoluzionaria del regime staliniano fu prodotta in pieno corso degli eventi16. All’attacco contro i crimini di guerra e contro i massacri ai danni di trotskisti e anarchici durante la guerra di Spagna, si aggiunga la denuncia dei campi di concentramento del regime; ciò mentre il dittatore sovietico era ancora in vita. Sono due motivazioni che bastano per permetterci di considerare come storicamente rilevante lo sforzo del gruppo Spartacus: tale sforzo è la testimonianza del fatto che già ai tempi esisteva una opposizione reale alla lettura storica che vedeva la rivoluzione russa come un esempio di rivoluzione riuscita.

Un’altra novità rilevante, della quale abbiamo finora solamente accennato, riguarda la presenza nel catalogo di Rosa Luxemburg, ad oggi innalzata nel pantheon dei classici del pensiero rivoluzionario. All’epoca della sua pubblicazione in Francia, negli anni Trenta, in pochi la consideravano, anche a causa della rilettura profondamente critica che il Partito Comunista, agli ordini della Seconda Internazionale e del regime sovietico, ne fece in seguito alla disfatta della rivoluzione tedesca, avvenuta nel 1919.

Il primo titolo di Rosa Luxemburg – La révolution Russe17 – fu pubblicato nella serie dei Cahiers Spartacus nel 1937, e ripubblicato nel 1946. Risale allo stesso anno Marxisme contre dictature18. Nei due anni successivi, venivano pubblicati altri tre testi dell’autrice polacca: Reforme sociale ou révolution?19, un attacco al riformismo teorizzato da Bernstein; Gréve generale, parti et syndicats20, e Lettres de prison: la vie héroique de Rosa Luxemburg21, ripubblicato nel 1948. Negli anni successivi la Luxemburg rimane uno degli autori più presenti nel catalogo: è del 1969 Grèves sauvages, spontanéité des masses22, del 1973 L’expérience belge. Lénine et les syndicats23, seguito dall’inedito Letters et tracts de Spartacus24. E’ del 1977, invece, la raccolta di saggi intitolata Rosa Luxemburg e sa doctrine25. Le pubblicazioni si susseguirono tra ristampe e titoli minori, fino al 2012, anno della pubblicazione della biografia di Peter Nettl26, che rimane tuttoggi un riferimento per gli studiosi del pensiero e della vita della grande rivoluzionaria. Spartacus è a tutti gli effetti tra le prime case editrici che pubblicarono e contribuirono alla diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Francia.

Infine, soffermandosi sul catalogo, si nota la presenza di autori perlopiù sconosciuti al di fuori della ristretta cerchia di militanti e studiosi di storia del movimento operaio. In particolare, ve ne sono alcuni, appartenenti alla cosiddetta sinistra germano-olandese (una corrente consiliarista, critica nei confronti della deriva autoritaria assunta dalla rivoluzione russa), che rivestono un’importanza tutta particolare nella storia della maturazione del pensiero marxista e rivoluzionario: Anton Pannekoek27, Hernan Gorter28, Paul Mattick29, sono solamente tre esempi di autori verso i quali René Lefeuvre rivolse più volte la sua attenzione.

Conclusioni

Le edizioni Spartacus costituiscono una parte fondamentale della tradizione editoriale militante francese: hanno contribuito alla diffusione del pensiero socialista e dell’azione rivoluzionaria lungo tutto l’arco del ventesimo secolo. Ad oggi, il lavoro editoriale continua. “Les Amis de Spartacus” è un’associazione composta da una decina di aderenti30. Il suo obiettivo è quello di continuare il lavoro dell’editore, secondo la stessa prospettiva trasversale e radicalmente opposta a ogni forma di autoritarismo. Il lavoro di ricostruzione dell’archivio della casa editrice e degli Archives Spartacus è ancora agli albori; tale lavoro costituisce un nodo importante nella ricostituzione di una verità storica, la stessa che diede vita a quel fenomeno politico, che ancora oggi spesso occupa le prime pagine dei giornali, chiamato, forse impropriamente, ultragauche.

un ringraziamento speciale va ai compagni-e della libreria Calusca (in
particolare Robi e Giulia), senza i quali questa ricerca non sarebbe
stata possibile

1Rimando al catalogo pubblicato sulla mostra virtuale http://edizionispartacus.altervista.org/it/catalogo/

2J. Hage, L’édition politique d’extrême gauche au XXᵉ siècle, essai d’histoire globale, Lyon, Presses de l’ENSSIB, 2013.

3Jean Michel Kay, Un éditeur pour le socialisme libertaire, 2009.

4L’anno scorso si è festeggiato l’ottantesimo anniversario della casa editrice.

5Il primo è l’archivio vero e proprio della casa editrice, conservato a Parigi al numero 8 di Impasse Crozatier nel dodicesimo arrondissement, l’altro è il fondo personale di René Lefeuvre donato da lui medesimo alla Bibliothèque de Documentation Internationale Contemporaine che oggi è ospitata nel campus dell’università di Paris 10, a Nanterre. Quest’ultimo fondo è anche conosciuto con il nome di «Archives Spartacus» (anche se, come vedremo, il termine archivio è qui usato impropriamente)

6Bibliothéque de Documentation Internationale Contemporaine, con sede a Nanterre.

7 L’elenco conservato alla BDIC datato giugno 1982 parla di 3337 numeri di 139 titoli di riviste differenti.

8 All’elenco segue una nota che recita: «La BDIC ne possedait aucune de ces titres».

9Dreyfus ha compilato la notizia biografica di René Lefeuvre comparsa nel dizionario della storia del movimento operaio di J. Maitron.

10 Ivi.

11 Intervista a Franck Veyron e Gianni Carrozza del 20/01/2016.

12Carucci, P., Le fonti archivistiche. Ordinamento e conservazione, Carocci editore, 1983

13Il racconto del ritrovamento è riportato nel libro di F. Cerutti D’Alger à Mai ’68. Més années de révolution, Spartacus, 2010

14 Intervista a S. Quadruppani, 12/12/2015.

15 Intervista a F. Cerutti, 03/01/2016.

16Prader Jean, Au secours de l’Espagne socialiste, Spartacus n. 3, prima serie, coll. Juliàn Gorkin, 64 p, 1936; Ollivier Marcel, Le Guépéou en Espagne : les journées sanglantes de Barcelone du 3 au 9 mai 1937, Spartacus Mensuels n. 6, prima serie, coll. René Lefeuvre, Groupe DAS, 64 p, 1937; Prudhommeaux André e Dori, Catalogne 1936-1937, Spartacus Mensuels n. 7, prima serie, 60 p, 1937; Landau Katia, Le stalinisme en Espagne, Spartacus Mensuels n. 11, prima serie, pref. Alfred Rosmer, 48 p, 1938, Lapeyre Paul, Révolution et contre-révolution en Espagne. Spartacus Mensuels n. 9, prima serie, 32 p, 1938

17Luxemburg Rosa, La révolution russe, Spartacus n. 4, prima serie, trad. fra. Marcel Ollivier, pref. Michel Collinet, 64 p., ristampato nel 1977

18Luxemburg Rosa, Marxisme contre dictature, senza Liberté de la critique et de la science, Spartacus, serie A, num. 5, trad. fra. pref. Lucien Laurat, ill. Falck, 48 p., ristampato nel 1974

19Luxemburg Rosa, Réforme sociale ou révolution?, Spartacus, serie A, num. 19, pres. trad. fra. Bracke, 112 p. Il testo fu soggetto a ristampa nel 1972 e nel 1997.

20Luxemburg Rosa, Gréve générale, parti et syndicats, Spartacus, serie A, num. 21, avant-propos, trad. fra Bracke, intro. Paul Frolich, 80 p.

21Luxemburg Rosa; Foucher Berthe, Lettres de prison: la vie héroique de Rosa Luxemburg, Spartacus, serie A, num. 25, 48 p.

22Luxemburg Rosa; Mehring Franz, Grèves sauvages, spontanéité des masses, Spartacus, serie B, num. 30, pref. Pierre Guillaume, 52 p.

23Luxemburg Rosa; Schwartz Solomon, L’expérience belge. Lénine et les syndicats, Spartacus, serie C, num. 5, pref. Pierre Guillaume, Raymond Guilloré, 140 p.

24Luxemburg Rosa, Letters et tracts de Spartacus, Spartacus, serie C, num. 7, intro. René Lefeuvre, Serge Lefeuvre (Serge Quadruppani), 204 p.

25Collectif Spartacus, Rosa Luxemburg et sa doctrine, Spartacus, serie B, num. 80, coll. Simon Rubak, Guy Sabatier, Galar, Maurice Jaquier, Jean Michel Kay, René Lefeuvre, Jean Météry, contiene il testo tradotto di La révolution russe e una bibliografia delle opere di Luxemburg, 208 p.

26Nettl John Peter, Rosa Luxemburg, Spartacus, serie B, num. 182, 566 p.

27Pannekoek Anton, Les conseils ouvrier (Tome I), Spartacus, serie B, num. 114, trad. fra. pref. note di I.C.O., 224 p.

28Gorter Hernan, Réponse a Lénine, la maladie infantile du communisme, Spartacus, serie B, num. 27, rilancio della brochure originale del 1930, pref. Groupes Ouvriers Communistes, 112 p. Per una critica del pensiero di Gorter cfr. La révolution allemande et le spectre du prolétariat, in “Invariance”, serie II, n. 5, 1974

29Mattick Paul, Le marxisme hier, aujourd’hui et demain, Spartacus, serie B, num. 123, pref. M. Buckmiller, trad. fra. Claude Orsoni, 158 p.; Rühle Otto, Mattick Paul, Fascisme brun, fascisme rouge, Spartacus, serie B, num. 63, trad. fra. J.M. e A. Laurian, A. Juliette, 96 p.

30Tra cui Daniel Guerrier, Jean Paul Desertine, Jean-Michel Kay, Julien Chuzeville

Bibliografia

Amis de Spartacus (les), Les soixante-dis ans des Cahiers Spartacus, Parigi, 2006, http://spartacus.atheles.org/page/historique.html

Auzias, C., Un Paris revolutionnaire. Emeutes, subversions, coléres., Dagorno, 2001

J. Barrot, Il romanzo delle nostre origini, Quaderni di Pagine marxiste, Milano, 2010

P. Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Carocci, Roma, 1999

F. Cerutti, D’Alger à Mai 68: mes années de révolution, Spartacus, Parigi, 2010

L. Chevalier, Classes laborieuses et classes dangereuses à Paris pendant la première moitié du XIXe siècle, Paris, 1958

J. Chuzeville, René Lefeuvre et le groupe Spartacus (1934-1935), estratto dal libretto che accompagna il DVD di Julien Chuzeville, René Lefeuvre – pour le socialisme et la liberté, Spartacus, 2008

G. Debord, Panegirico, Castelvecchi, 2013

M. Dreyfus , J.L. Panné, Nota biografica su Lefeuvre Joseph, Pierre, Marie dit René, in J. Maitron, Dictionnaire biographique du mouvement ouvrier français, http://maitron-en-ligne.univ-paris1.fr/spip.php?article107794

M. Galletti, La comunità impossibile di Georges Bataille: da “Masses” ai “Difensori del Male”, Kaplan, 2008

M. Gallo, Une femme rebelle: vie et mort de Rosa Luxemburg, Tallandier, 2011

J. Hage, L’édition politique d’extrême gauche au XXᵉ siècle, essai d’histoire globale, Lyon, Presses de l’ENSSIB, 2013.

J. Hage, « Feltrinelli, Maspero, Wagenbach : une nouvelle génération d’éditeurs politiques d’extrême gauche, histoire comparée, histoire croisée, 1955-1982 », thèse soutenue le 6 décembre 2010 à l’Université de Versailles-Saint-Quentin-en-Yvelines, sous la direction de M. Jean-Yves Mollier

E. Hazan, L’invention de Paris, La Fabrique, 2012

L. Janover, Lire Spartacus, Collettivo Smolny, 1985, s.l., http://collectif-smolny.org

J.M. Kay, René Lefeuvre, un editeur pour le socialisme libertaire, Spartacus, Parigi, 2009

P.J. Lefeuvre, La politique communiste: lignes et tournants, Spartacus, Parigi, 1946

J.Y. Mollier, Une autre histoire de l’édition française, La Fabrique, Parigi, 2015

J.P. Nettl, Rosa Luxemburg, Spartacus, 2012

A. e D. Prudhommeaux, Spartacus et la Commune de Berlin, supplemento a Masses n. 14-15 agosto 1934, e (degli stessi autori) Spartacus et la Commune de Berlin, Spartacus, Parigi, 1977

S. Roland, Histoire critique de l’ultra-gauche, Editions Senonevero, Marseille, 2015

V. Serge, Memorie di un rivoluzionario, E/O, 2012

Spartacus (collettivo), Rosa Luxembourg et sa doctrine, Spartacus, Parigi, 1977

Teodori, M., Storia delle nuove sinistre in Europa (1956-1976), il Mulino, Bologna, 1976

Sitografia

  • Maitron.org, sito di storia sociale, Chronologie indicative de l’histoire du mouvement ouvrier français, 1914-1939, http://www.maitron.org/spip.php?article186.

  • Edizioni spartacus: http://spartacus.atheles.org/

  • Serie completa riviste Masses, e Spartacus : http://archivesautonomies.org/spip.php?article62

  • Articoli sulla storia di Spartacus e sulle correnti del marxismo eretico: https://bataillesocialiste.wordpress.com/

  • Mostra virtuale sulle edizioni e su René Lefeuvre: http://edizionispartacus.altervista.org

Pubblicato il 13/10/201816/10/2018

Le edizioni Spartacus per il socialismo rivoluzionario (I)

di Vittorio Biancardi

“Chi è Spartacus”

Se facessimo questa domanda a un gruppo di persone, alcune tra loro risponderebbero rievocando la figura del gladiatore romano, capo della più grande rivolta di schiavi di tutti i tempi. Altre, in più modesto numero, ricorderebbero la Lega di Spartakus, il gruppo di rivoluzionari che, subito dopo la prima guerra mondiale, scatenò un’insurrezione, rapidamente soffocata nel sangue, contro il governo social-democratico tedesco. Ma ci sarebbe da scommettere che nessuna tra queste persone indovinerebbe che Spartacus è anche il nome di una piccola casa editrice “non come le altre” che, ancora dopo cinquant’anni, nutre una corrente di pensiero critico non menzionata nelle aule delle università e aliena dagli interessi dei ricercatori in scienze sociali. E con la quale nessun’altra casa editrice potrebbe reggere il confronto, in termini di diffusione di una “memoria operaia” nutrita dalla teoria e dalla storia del movimento rivoluzionario. Ma qual è la ragione di questo paradosso? Tale processo di “cancellazione” non è dovuto al caso. Avendo da sempre diffuso tutti quegli autori “maledetti” censurati all’epoca in cui il terrorismo staliniano imponeva la sua visione del comunismo, scrivendo e riscrivendo la storia del movimento operaio, Spartacus si auto-condannava alla marginalità, riuscendo a toccare solo un pubblico ristretto.1”

Più di un trentennio è passato dal 1985, anno in cui Luis Janover introduceva con queste parole il primo catalogo Spartacus. Un secondo catalogo veniva pubblicato appena un paio di anni fa, nel dicembre 2016.

Fu, invece, durante gli anni Trenta a Parigi, che un giovane intellettuale di estrazione proletaria di nome René Lefeuvre fondò quella che sarebbe diventata una delle case editrici2 francesi più rilevanti in termini di produzione e diffusione di pensiero rivoluzionario del ventesimo secolo.

La storia della sua vita, legata a doppio filo all’avventura di Spartacus, è stata per lungo tempo dimenticata. Questo articolo costituisce uno dei pochi tentativi di ricostruzione storiografica della vicenda.

René Lefeuvre: una breve biografia

Per comprendere a fondo la storia del gruppo editoriale bisogna risalire alle sue origini, ricostruendo la storia del fondatore, che ne rimase il punto di riferimento per più di 50 anni3.

René Lefeuvre nasce a Livré-sur-Changeon (Ille-et-Vilaine) il 20 agosto 1902, da padre muratore e madre operaia tessitrice. A 17 anni, dopo un breve periodo passato a lavorare come commesso in banca, seguendo l’esempio del padre, incomincia a lavorare come muratore. Nonostante le difficoltà imposte dall’ambiente d’origine, tradizionalmente conservatore e intellettualmente poco stimolante, il giovane René sviluppa una certa propensione per la lettura; i pregiudizi e i divieti che si accompagnano alla vita nell’ambiente rurale non gli impedirono di venire a contatto, ancora molto giovane, con gli eventi della rivoluzione russa, dai quali fu profondamente toccato.

« A’ propos de la Russie, qui était symbolisée dans les journaux de droite par Lènine et Trotsky (le couteau entre les dents), dites vous bien qu’elle nous fut présentée comme l’apocalypse, elle attirait toute ma sympatie. […] en 1922 j’érpouvais une grande admiration pour l’U.R.S.S. »4

Nel 1922 inizia il servizio militare, e viene assegnato ad una caserma vicina a Parigi, città nella quale decide di trasferirsi a servizio concluso, contro la volontà del padre. In questi anni legge il Bulletin Communiste5 di Boris Souvarine, che contribuisce in maniera sostanziale alla sua formazione politica. Quest’ultimo nel 1924 era stato espulso dalla SFIC6 a causa di profondi dissidi con la direzione del partito e dell’Internazionale Comunista. Nel 1926, Souvarine crea e anima il circolo comunista “Marx e Lenin”, al quale Lefeuvre partecipa occasionalmente.

Fino al 1928 Lefeuvre lavora come artigiano muratore; nello stesso anno trova lavoro come commis7 in una ditta di rivestimenti di granito. Dichiaratamente omosessuale, subìsce le angherìe, insulti e scherzi da parte dei suoi colleghi di lavoro8.

Nel 1930 diventa responsabile dei gruppi di studio creati attorno al circolo degli “Amis de Monde”, rivista diretta e animata da Henri Barbusse. Qualche anno dopo, nel 1933, a causa della divergenza di visioni in merito al caso di Victor Serge9, rompe con “Monde” e si unisce definitivamente al circolo di B. Souvarine, che nel frattempo ha cambiato nome diventando il Circolo Comunista Democratico. A gennaio dello stesso anno, pubblica il primo numero di “Masses”10. Nel frattempo acquisisce una padronanza del mestiere di editore, entrando in contatto con le principali tappe del processo produttivo anche grazie alla vicinanza con i redattori e gli operai che lavorano a “Monde”.

Lascia il lavoro nel settore edilizio e diventa quindi correttore di bozze (lavoro che continuerà per buona parte della sua vita, fino al 1967). Nel febbraio 1934 compare tra i firmatari di un testo intitolato Appel à la lutte11, firmato da intellettuali come André Breton, René Char, Paul Eluard, Fernand Leger, Pierre Monatte, Jacques Prévert, Henri Poulaille, Jean Vigo. A dicembre dello stesso anno René riprende la pubblicazione di un periodico di nome “Spartacus : pour la culture révolutionnaire et l’action de masse”. Attorno alla rivista viene fondato il Gruppo Spartacus, costituito da René e da alcuni militanti della Jeunesse socialiste della regione parigina.

Lefeuvre aderisce alla SFIO12 nel 1935, anno che dedica interamente all’attivismo all’interno del partito. Il 10 e 11 agosto appare tra i membri del Comité d’organisation alla Conferenza nazionale contro la guerra, tenutasi a Saint-Denis. Il 30 Settembre dello stesso anno fonda, insieme a Marceau Pivert e altri, la Gauche Révolutionnaire, una tendenza fondata in seno alla SFIO, ma di ispirazione dichiaratamente rivoluzionaria.
In questo periodo, Lefeuvre utilizza l’organo di stampa del gruppo per diffondere articoli di cultura rivoluzionaria, riguardanti la storia del movimento operaio e la dottrina comunista e socialista.

Nel maggio-giugno 1936, dopo le elezioni terminate con l’elezione di Léon Blum, anche grazie all’appoggio del Front Populaire, vennero indetti scioperi e occupazioni di fabbriche in tutta la Francia. In Spagna, la guerra civile era appena cominciata.
Dal 1936 al 1939 René figura tra i membri del comitato direttivo della tendenza della Gauche Révolutionnaire; continua la sua attività editoriale dando alla luce il primo della lunga serie di quelli che diventeranno famosi come i Cahiers Spartacus. Il primo titolo è 16 fusillées a Moscou di Victor Serge, comparso nell’ottobre del 1936. Un mese dopo appare il secondo dei Cahiers Spartacus, che raccoglie, come una rivista, articoli su differenti temi d’attualità (L’Union Sacrée, la rivoluzione spagnola, la natura del regime sovietico).

Sul volgere della guerra di Spagna, nel luglio 1938, il partito socialista francese è scosso da profondi dissidi interni e, durante il congresso di Royan, subisce una scissione, che termina con la creazione del PSOP (Parti Socialiste Ouvrier et Paysan), con a capo Marceau Pivert. René Lefeuvre confluisce dentro lo PSOP e assume la direzione di “Juin ’36”, il nuovo organo nazionale del partito.

Nel 1938 entra in contatto con il SAP clandestino e diventa collaboratore (poi direttore) dei giornali “Die neue front” e “Das Banner der revolutionären Einheit”. Il 12 luglio 1939 viene condannato a una multa di 6000 franchi e a sei mesi di prigione per delitto d’opinione a causa delle sue idee antimilitariste.

Scoppia la guerra, e René viene mobilitato e successivamente fatto prigioniero il 28 maggio 1940, a Furnes. Il giorno dopo la sua cattura, riesce ad evadere, ma il suo tentativo di fuga dura solamente una settimana; catturato di nuovo a Dunkerque, è trasferito in uno stalag vicino ad Amburgo, dove passa gli anni della guerra.

Il 25 maggio del 1945 viene liberato e torna in Francia dove riprende il suo lavoro di correttore. Aderisce di nuovo alla SFIO. Per un anno diventa segretario di redazione di “Populaire”.
Dal 1946 al 1947 collabora con le Editions de la Liberté, di cui alcuni titoli saranno ripresi nel catalogo Spartacus con la semplice aggiunta di copertine con il logo e il nome della casa editrice. Nel giugno 1947 partecipa al primo congresso del Movimento per gli Stati-Uniti socialisti d’Europa, di cui Pivert è eletto presidente.

Riprende la pubblicazione di “Masses” e dei Cahiers Spartacus. Quello tra il 1946 e il 1949 è un periodo caratterizzato da una relativa fertilità editoriale, periodo che si concluderà nel 1950 a causa della scarsità di mezzi e di risorse. Nel decennio successivo verranno pubblicati solo pochissimi titoli. Dal 1950 a l953 lo vediamo al fianco di Henry Frenay nella redazione della rivista “Informations et ripostes”.

Nel frattempo il suo rapporto con il partito è venuto deteriorandosi. Nel 1955, in piena guerra d’Algeria, Lefeuvre lascia la SFIO a causa delle divergenze con la dirigenza (in quel periodo assunta da Guy Mollet), a causa dalla scelta di appoggiare il governo nella guerra d’Algeria. Il periodo compreso tra l’anno 1955 e il 1967 corrisponde, nella vita di René, a un lungo periodo di pausa politica.

Solo nei mesi che precedettero il mese di maggio 1968, spinto dall’entusiasmo di un gruppo di giovani gravitanti attorno alla libreria Vieille Taupe, decide di rimettere in circolazione i vecchi Cahiers Spartacus e di continuare le attività di pubblicazione.

Durante il maggio, scioperi e manifestazioni si estendono in tutta la Francia. Durante le sommosse, Lefeuvre è in ospedale a causa di un incidente alla gamba, mentre i suoi Cahiers Spartacus vanno a ruba sui banchetti di libri installati in place de la Sorbonne e fuori dalle altre università parigine. Il primo titolo, di Ida Mett, è Le paysan russe dans la révolution et la post-révolution.

Nel corso degli anni Settanta la produzione del collettivo editoriale di rue Mouffetard13 si moltiplica.


Tra il 1976 e il 1979 riprende la pubblicazione della rivista “Spartacus – pour le socialisme e la liberté”. Sempre a causa della scarsità di fondi, è costretto ad interromperne la pubblicazione agli albori degli anni Ottanta. Un anno dopo nasce Les amis de Spartacus, un’associazione senza fini di lucro il cui scopo è di continuare le pubblicazioni dopo la sua morte. René è vecchio: decide quindi di cedere il materiale da lui collezionato nel corso degli anni, quelli che impropriamente verranno chiamati in seguito gli Archives Spartacus, a una biblioteca pubblica. L’associazione esiste tuttora: le pubblicazioni non cessano di apparire anche dopo la morte di Lefeuvre, sopravvenuta la notte tra il 2 e il 3 luglio 1988.

I Cahiers Spartacus

La storia della Comune Spartachista ci è particolarmente vicina sia per la relativa vicinanza temporale, sia per i tratti comuni del milieu sociale dove essa si sviluppò, sia per il carattere profondamente umano de suoi immortali protagonisti: Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Ma, anche, da un certo clima morale per cui sentiamo anche oggi la necessità di toglierci di dosso le deludenti illusioni dovute all’attività socialista e operaia di questi ultimi anni.

La restituzione dei valori rivoluzionari è un compito che possiamo assumerci […] per guidarci nella nostra propria formazione e nella nostra propria lotta.

Questa serie di brochures si apre quindi con una raccolta di documenti sul movimento e sulla lotta degli spartachisti tedeschi. Vorremmo orientare la collezione affinché soddisfi le necessità più pressanti di un’educazione rivoluzionaria.

Essa è un passo in avanti verso la realizzazione del programma del gruppo di “Masses”, revisionato nelle sue debolezze, la cui principale consisteva nella negazione che l’esperienza in materia di rivoluzione sociale non sia esclusivamente teorica ma allo stesso modo popolare e insurrezionale, ovvero sovversiva nel senso più largo del termine. Questa esperienza si realizza tanto più nella presa di coscienza delle masse che non nella scienza dei loro capi. La teoria vale solo se si appoggia sull’azione, e la sostiene, e ogni volta è confermata da essa.

Il crollo della social-democrazia e del bolscevismo tedesco, la distruzione del potente socialismo municipale degli operai austriaci malgrado l’eroismo di un’avanguardia spinta fino alla disperazione, ci sono serviti da amara lezione davanti la gravità della minaccia fascista improvvisamente rivelatasi con il tentativo di colpo di Stato del 6 febbraio14. Il corso degli eventi deve portarci a comprendere il senso preciso delle nostre responsabilità. Abbiamo capito che non basta «denunciare l’accentuarsi continuo dello sfruttamento e della repressione capitalista», ma capire che la subiamo personalmente e renderla colpo su colpo. Abbiamo ugualmente compreso che dovremo combattere per la nostra libertà e per la nostra vita tra le masse in movimento, prima di avere appreso la somma di conoscenze dottrinali che ci siamo ambiziosamente fissati il compito di acquisire e diffondere. Tutto ciò deve spingerci a modificare l’angolazione dalla quale approcciamo, nel nostro programma, la cultura rivoluzionaria.

Noi, qui e ora. È sotto questa angolazione che vogliamo considerare, nell’attualità passata e presente delle teorie sociali e rivoluzionarie, i nostri motivi di riflessione, d’ispirazione, di preparazione personale e d’organizzazione collettiva. Vogliamo che ogni nostro sforzo segni un passo in avanti verso la presa di coscienza di classe delle masse proletarie, le armi ideologicamente e le prepari a lottare sul loro stesso terreno.

Per questo ci diamo i seguenti obiettivi:

      1. Dare alla nostra rivista “Masses” un carattere più direttamente «dentro la lotta» quotidiana del proletariato e una maggiore frequenza d’uscita; stimolare la sua diffusione rendendola più attraente, attraverso la collaborazione di artisti e scrittori rivoluzionari e con l’introduzione di rubriche regolari.

      2. Pubblicare una serie di brochures che approfondiscano i problemi presenti sia sul piano dell’azione che della teoria e della cultura e che abbiano come obbiettivo armare ideologicamente i militanti.

      3. Pubblicare un’altra serie di brochures di storia e di biografie di rivoluzionari, capaci di inspirare le giovani generazioni legando le loro attività alle tradizioni profondamente umane delle lotte del movimento operaio e socialista, e trasmettendogli l’eredità appassionante, ideale, eroica che costituirà la loro forza.

[…]

René Lefeuvre15

Questa dichiarazione di intenti risale all’anno 1934. Fu scritta in occasione della pubblicazione di Spartakus et la Commune de Berlin, un testo che comprende a sua volta il Discours sur le programme e il Programme de la Spartakusbund di Rosa Luxemburg, ed è il prototipo delle brochures che prenderanno il nome di Cahiers Spartacus. I Cahiers a loro volta costituiscono la parte più cospicua e interessante della produzione editoriale di Lefeuvre: sono considerati Cahiers anche i libri – e non solamente le brochure – pubblicati prima e dopo la morte dell’editore.

Sempre nel 1934, il nome “Spartacus” viene usato come titolo di una rivista che ha come sottotitolo “pour la culture revolutionnaire et l’action de masse”. Di questa rivista, che costituisce un progetto editoriale distaccato da quello dei Cahiers e ricalca il titolo e l’idea della rivista di André Prudhommeaux del 193116, appariranno 10 numeri, dal 7 dicembre 1934 al 15 settembre 193517.

Nello stesso periodo in cui si conclude la prima serie di “Masses” (il diciannovesimo numero è datato agosto 1934), il contesto generale registrava dei profondi mutamenti. Il fascismo, dopo aver conquistato l’Italia e la Germania, gettava la sua ombra anche sulla Francia. I moti del febbraio 1934 avevano scosso profondamente la coscienza di Lefeuvre, che decise di iscriversi alla SFIO, animata a quel tempo da M. Pivert e Zyromski. Fu una presa di posizione animata dalla coscienza che la gravità dei tempi richiedesse un passaggio all’azione.

Dalla necessità di un immediato engagement nacque l’idea di produrre delle pubblicazioni più agili, contenenti dei testi ritenuti importanti e di facile produzione e fruizione.

Nell’ottobre del 1936, tenendo fede alla parola data qualche anno prima, Lefeuvre pubblica il primo della serie dei Cahiers Spartacus – il primo uscito con questo nome – non a caso un titolo di Victor Serge, 16 fusillées a Moscou18.

I primi Cahiers sono dei piccoli pamphlet di non più di sessanta pagine, venduti a 2 franchi l’uno, che all’epoca corrispondevano più o meno al prezzo di un chilo di pane. Ogni numero era consacrato ad un tema differente: ad esempio, i numeri 6 e 7 erano dedicati alla rivoluzione spagnola. Li accomunava, sul piano teorico, la critica ad ogni totalitarismo, di cui lo stalinismo era solamente una delle tante manifestazioni19.

La prima serie esce tra il 1936 e il 193920. L’attività editoriale di Lefeuvre è fervente: partecipa, come già scritto, anche alla redazione di due periodici. Il primo prende il nome dalla corrente socialista di cui faceva parte, “Gauche révolutionnaire” (poi Cahiers Rouges); nel 1938 otterrà l’incarico di direttore del giornale “Juin ’36”, organo del neonato PSOP.

Ma è alla serie dei Cahiers Spartacus che si deve il maggior successo di Lefeuvre, ed è tramite essi che il nome della casa editrice cominciò a risuonare per tutta la Francia.

Durante la guerra cessarono le pubblicazioni. Fu solamente in un secondo momento (1945-1949) che ricompariranno i piccoli quaderni, in una forma di poco differente ma con alla base gli stessi obiettivi politici di diffusione di pensiero e storia rivoluzionari.

«Parallèlement, il reprend la publication des Cahiers Spartacus, dont le catalogue va s’accroître sensiblement dans les deux années suivantes. Aux brochures, dont les textes peuvent être repris de celles d’avant-guerre, des classiques du socialisme ou traiter de questions d’actualité, s’ajoutent de véritables petits livres au format un peu plus important, au premier rang desquels Réforme ou révolution? Et Grève générale, parti et syndicats de Rosa Luxemburg.»21

Dei Cahiers pubblicati prima della guerra – diciannove in tutto più la brochure-pilota – non esiste che una sola serie. E’ solo a partire dal 1948 che cominciano a distinguersi due serie, su consiglio di André Prudhommeaux22; esse costituiscono a tutti gli effetti le sole collane della casa editrice. La seconda serie, annunciata da Grève générale, parti et syndicats23, ha come primo titolo La trahison permanente, di Maurice Ceyrat. Le due serie si distinguono in base al formato e alla consistenza; la divisione fu fatta per differenziare le brochures, meno voluminose, dai libri.

Dal 1950 al 1968 la produzione subisce un forte rallentamento. Fu solo nel 1968 che rinacque, oltre al desiderio da parte di L. e i suoi compagni e compagne di continuare a pubblicare libri e riviste, la curiosità per i temi trattati anche tra un pubblico più vasto: quello dei giovani protagonisti di quella famosa stagione di lotte. Risale al 1969 Le paysan Russe, di Ida Mett, che porta il n. 24 serie B. È a questo periodo che risale la divisione in serie A, B, e C.; prima venivano chiamate semplicemente prima e seconda serie.

Da 30 anni non vengono più pubblicati testi poi classificati nella serie A: una scelta che rientra nelle decisioni prese dal collettivo editoriale dopo la morte di Lefeuvre.

La produzione totale di Cahiers Spartacus, tra serie A, B, e C libri, brochures, e cinque brevi opuscoli della collana «Les Egaux» del 1947 (usciti in supplemento a “Masses”), conta 308 titoli.

I quaderni di Spartacus costituiscono un fenomeno editoriale di rilievo per diverse ragioni. In primo luogo, a causa della loro forma “ibrida”. René L., negli anni prima della guerra e in quelli subito successivi, dedicava il suo tempo principalmente alla produzione e diffusione di riviste; l’abbiamo visto con “Monde”, “Masses” e poi “Spartacus”. È solo in un secondo momento che tra i Cahiers fanno la loro comparsa i primi libri. Ciò è da imputare forse al fatto che René iniziò a lavorare, di ritorno dalla guerra, in una casa editrice dal nome Editions de la Liberté. È quindi solo in un secondo momento, tramite una scelta non meditata, che René si decise a pubblicare anche libri, che diventeranno l’ossatura della casa editrice negli anni a venire.

In secondo luogo, l’interesse storico e politico dei Cahiers risiede non solo nel formato, o nelle caratteristiche fisiche, ma anche al modo in cui essi circolavano. Infatti, concepiti nella forma di piccoli libri trattanti temi singoli, erano pubblicati e diffusi alla maniera delle riviste.

Il circuito di distribuzione si estendeva dalle librerie alle edicole:

all’uscita della seconda guerra mondiale [René Lefeuvre, ndr] aveva conservato una relazione privilegiata con alcune persone che lavoravano alla NMPP, la Nouvelle Messagerie de la Presse Parisenne, che avevano il monopolio sulla distribuzione nelle edicole. Era riuscito insomma, non so come, ad ottenere un contratto per la distribuzione dei suoi opuscoli, che apparivano come periodici. E infatti i suoi primi opuscoli […] erano delle cosettine piccolissime. Non andava certo in tutte le edicole, pero’ dà un’idea della capillarità della distribuzione. E anche se non molta gente le comprava, riuscivano ad arrivare in posti totalmente sperduti, impossibili da raggiungere con la tradizionale distribuzione militante. E questa cosa la riesce a mantenere tra il ’45 e il ’68, e continua negli anni successivi.

Cosa succedeva in pratica? Da un lato era obbligato ad avere una rete di relazioni e collaboratori, di origini a volte molto diverse, che producevano i testi che lui pubblicava. Era per lui una necessità assoluta per mantenere vivo il contratto: bastava che saltasse due numeri di seguito e il contratto saltava.

Tutti i mesi doveva produrre qualcosa che doveva uscire con un numero progressivo e che permettesse la continuità del contratto. Questo spiega come oltre a questa rete di produttori diretti lui “si faceva” i fondi di magazzino. Ad esempio, comprava da case editrici che staliniste non erano, prima che andassero al macero (a prezzi stracciati), i dieci quintali di libri e di opuscoli editati: gli levava la copertina, gliene metteva una nuova con su scritto “Spartacus” e il numero di cui aveva bisogno e lo faceva passare nel circuito in questione.24

E ancora:

« Les brochures etaient imprimé en quantité trés importantes. (10.000-20.000 exemplaires), mais il n’y a rien sur comment il etait financé… on a pas la contabilité, les factures.

Comme René etait un homme de la presse, puisque il à travaillé dans le NMPP, et dans des journaux, il connaissait tout le monde […] Un autre aspect important c’est que vendre dans les quiosques c’est vendre aux gens qui ne vont pas dans les livrairies. »25

« […] Le but c’etait trouvé le lecteur, dans la livraire et dans le quiosque. Pourtant, en cette logique c’etait le bouquin pas cher, la brochure… Spartacus à la base c’est ça.

Que le prolet, que l’ouvrier peut acheter, que peut toucher les masses. D’ou vien l’attention au titres, Marxisme contre dictature – pour expliquer que le marxisme c’etait autre chose que Stalin. »26

Il formato e il prezzo ridotti, le alte tirature necessarie per mantenere il contratto con la NMPP e la possibilità di arrivare anche in posti dove l’editoria libraria tradizionale stentava ad arrivare, permisero a Spartacus di toccare un pubblico relativamente ampio. Questo è uno dei motivi principali per cui l’esperienza di Spartacus costituisce un vero e proprio caso editoriale27. Gli scarsi mezzi e i contenuti indirizzati ad un pubblico ristretto (o, forse, alla creazione di un pubblico nuovo) non permisero alle edizioni di decollare commercialmente; ma il successo economico non fu mai tra gli obiettivi della casa editrice. Ciò che interessava agli animatori del gruppo era la diffusione di contenuti rivoluzionari.

Spartacus nel 1968

(René, ndr) era di un rigore incredibile: è riuscito a resistere per più di 20 anni [dopo il termine della seconda guerra mondiale, ndr] e riesce a fare in modo che, nel momento in cui il movimento scoppia, da tutte le parti c’è una traccia del suo passaggio e, quindi, la possibilità per gli interessati di procurarsi i suoi testi. Quando gli venivano mandati indietro non li gettava via, ma li metteva in un deposito per essere messi in circolazione, nell’eventualità di una riedizione o di richieste da parte di librerie come si è verificato subito dopo il ’68.

Evidentemente non poteva sapere che il ’68 sarebbe diventato quello che è diventato..ma credo che la sua idea in fondo fosse che prima o poi un movimento doveva esserci.28

La “temperie del maggio” investe anche la storia di Spartacus : «René s’arrête donc pendant les années 50. Il y a eu quand même deux ou trois livres qui sont parus grâce à des copains. Après, c’est le coup de chance de 68 qui a recréé l’intérêt pour la catalogue de Spartacus. Et qui a permis à René de continuer à publier.»29

in quell’anno, infatti, il numero dei Cahiers Spartacus venduti aumenta considerevolmente:

«Sicuramente [Spartacus,ndr.] ha alimentato la costruzione della cultura, in particolare antistalinista, che si è sviluppata nel ’68. La gente, i compagni si precipitavano sui suoi testi perchè non si trovava altro, non c’era altro. A parte qualche opuscolo edito dalla federazione anarchica, da qualche gruppo anarchico..»30

Lefeuvre conservò, dopo la guerra, l’intero stock di vecchie brochures invendute. Era costretto, a causa del contratto che aveva stipulato con la NMPP, a mantenere le tirature alte. Nel frattempo, un gruppo di giovani militanti, decidono di ricominciare a pubblicare i vecchi quaderni e contattano l’editore. Due tra questi, François Cerutti e Serge Quadruppani, ritrovarono nel municipio del V arrondissement di Parigi, una collezione di documenti e di riviste collezionati da Lefeuvre negli anni precedenti la guerra.

J’avais 25 ans en 1966 quand j’ai rencontré R. Lefeuvre. La librairie Vieille Taupe se donnait comme principe de diffuser la pensée et donc des textes des mouvements anti-stalinien et critique du léninisme. C’est pourquoi nous avons passé un accord de diffusion avec René Lefeuvre comme avec d’autres courants comme ceux qui avaient les derniers stocks de la revue Socialisme ou Barbarie. René a joué un rôle important dans ma vie, comme tous les vieux militants que j’ai connus. Nous avions avec lui une trace vivante des anciennes luttes du mouvement ouvrier. Il avait conservé beaucoup de relations avec des responsables des principaux courants qui jusqu’à la Seconde Guerre mondiale avaient eu des positions critiques à l’égard de la ligne du Parti Communiste Français.31

Il 1968 fu un anno molto importante per il gruppo. Durante il Maggio, la teoria della critica radicale della vita quotidiana sviluppatasi e diffusasi a partire dai testi situazionisti32 comportò un ravvivarsi dell’interesse nei confronti di tutte le correnti del marxismo “eretico”; il movimento del Maggio si caratterizzava per il suo rifiuto delle strutture, dei partiti e delle ideologie cristallizzate in forme reazionarie. Spartacus ne alimentava la tradizione.

«Tutta la mia formazione politica si è concretizzata da questo momento [il 1968, ndr], attraverso tutte le persone che ho incontrato, all’inizio grazie a lui [René, ndr.]. Andavo molto spesso a la Vieille Taupe, che era all’epoca un’ottima libreria rivoluzionaria […].»33

Oltre la libreria della Vieille Taupe, i libri e le brochures Spartacus circolavano tramite banchetti installati in occasione delle giornate di mobilitazione – come quello organizzato da Olivier Messac34 alla Sorbona occupata durante il Maggio – e in altre librerie militanti. Vi è una testimonianza di Cerutti che parla di come i libri fossero diffusi in maniera regolare anche nella libreria dell’editore François Maspero:

La librairie Maspero diffusait régulièrement les Cahiers Spartacus et nous faisions des livraisons tous les mois. Notre réseau de distribution était national, européen, et nous avions des contacts aux USA et au Japon. Tous les courants de pensée qui étaient dans notre type de mouvance venaient chercher des documents chez nous ou bien nous leur faisions parvenir. Spartacus était diffusé par les NMPP dans les kiosques à journaux mais nous nous avions des contacts avec des petites librairies ou des groupes de militants qui cherchaient à faire connaître ce type d’idées.35

Terminata la temperie rivoluzionaria del maggio, si venivano a creare condizioni politiche più favorevoli alla diffusione dei quaderni. Per tutto il corso degli anni ’70 Lefeuvre continuò a lavorare, assieme ad un gruppo di militanti più giovani, alla pubblicazione di libri importanti per la storia del movimento operaio.

[Mostra virtuale su Spartacus]

1Janover, L., Lire “Spartacus”, testo introduttivo al catalogo tematico delle edizioni del 1985

2Usiamo qui il termine per comodità: in realtà, Spartacus, anche secondo le parole degli attuali animatori, non è mai stata una vera e propria casa editrice. Piuttosto, si può definire un collettivo editoriale, poiché di una normale casa editrice non ha condiviso in passato né la struttura, né gli obiettivi.

3Più precisamente, dal 1935 al 1988. Le citazioni virgolettate sono tratte da documenti scritti e orali sparsi, perlopiù non ordinati in archivi o in raccolte organiche.

4Tratto da un’intervista a René Lefeuvre, in Vertige des lettres, numéro 2, 20 juin 1984 p. 19.

5Bulletin communiste : organe du Comité de la Troisième Internationale, 1920-1933, settimanale fondato e diretto da B. Souvarine. Dopo il congresso di Parigi nell’ottobre del 1922, la direzione del giornale è affidata a Paul Louis; Souvarine pubblica allora il Bulletin Communiste Internationale poi i Cahiers Communistes, prima di riprendere la direzione del Bulletin Communiste nel 1923. Fonte: www.data.bnf.fr

6Acronimo di Sezione Francese dell’Internazionale Comunista, diventerà Partito Comunista Francese.

7 Il commis era l’addetto alla scelta dei materiali da costruzione.

8Nel film René Lefeuvre: pour le socialime et la liberté, lo scrittore Serge Quadruppani, che conobbe Lefeuvre nel 1968, menziona le difficoltà di quest’ultimo nel lavorare in un ambiente tradizionalmente virilista come quello dell’edilizia. Lefeuvre, infatti, non ha mai fatto mistero dei suoi orientamenti sessuali: lo stesso simbolo della casa editrice, che raffigura un uomo bianco e uno nero che si stringono per mano e rappresenta la fratellanza e l’amore tra gli uomini, ne è un segno inequivocabile.

9L’arresto di Viktor Kibalcic, detto Victor Serge, scrittore rivoluzionario russo, imprigionato in U.R.S.S., suscitò un moto di indignazione tra i militanti francesi, che organizzarono una campagna in favore della sua liberazione.

10 Rivista fondata e diretta da René Lefeuvre, a Masses (nome ispirato dall’americana The New Masses) collaborarono, tra gli altri, Georges Bataille, Pierre Kaan e Michel Leiris. La rivista conta 4 diverse serie: la prima, dal sottotitolo “Rivista mensile di azione proletaria”, conta 7 numeri – dal 1931 al 1932. La seconda ne conta 19, dal 1933 al 1934; la terza, con sottotitolo “Rivista di pensiero e di critica rivoluzionaria”, conta 3 numeri usciti tutti durante l’anno 1939. Della quarta e ultima serie, dal sottotitolo “Socialisme et liberté”, uscirono 14 numeri, dal 1946 al 1948.

11 Appello alla lotta contro il fascismo che seguì i moti scoppiati nel febbraio 1934, durante una manifestazione dell’estrema destra francese.

12Section Française de l’Internationale Ouvriére: così era chiamato il maggiore partito socialista francese.

13E’ al numero 36 di questa strada del quinto arrondissement di Parigi che avevano luogo le periodiche riunioni del gruppo che si occupava della riedizione de Cahiers Spartacus.

14René si riferisce alla crisi del 6 febbraio 1934, quando un gruppo di manifestanti di estrema destra, riunitisi a protestare sotto la Camera dei Deputati, ingaggiò uno scontro violentissimo con la polizia. Durante la giornata si registrarono più di quindici morti. La crisi, che dimostrò la pericolosità della destra anche in Francia,provocò la caduta del governo Daladier. Fu a causa della giornata del sei febbraio che René, per combattere la minaccia fascista, decise di iscriversi alla SFIO.

15Introduzione a Spartacus et la Commune de Berlin, supplemento a Masses n. 14-15, agosto 1934, Parigi. Il libro verrà ripubblicato in due occasioni, nel 1949 e nel 1977.

16Les Amis de Spartacus, Les soixante-dis ans des Cahiers Spartacus, Paris, 2006.

17http://www.bataillesocialiste.wordpress.com

18 Solo pochi anni prima i processi, a carico di Zinoviev, Smirnov e Kamenev, due ex deputati del PCUS invisi a Stalin, erano terminati con la condanna a morte degli imputati.

19A quegli anni risale la visita del ministro degli Esteri francese a Mosca; visita che si conclude con la firma di un patto tra Francia e Russia. Il patto franco-sovietico del 1935, firmato in chiave anti-tedesca, prevedeva l’intervento della potenza amica nel caso l’altra fosse stata attaccata da un altro stato europeo. In occasione della sua visita a Mosca, il ministro francese Laval dichiarò che Stalin: «.. comprend et approuve pleinement la politique de défense nationale faite par la France…». Il PCF, contrariamente alla prospettiva rivoluzionaria che si fonda su un discorso internazionalista, si allineò con le posizioni del PCUS.

20In quegli anni René anima la corrente della SFIO Gauche Révolutionnaire, cui leader era Marceau Pivert, a sua volta prodotta da una scissione interna della corrente Bataille socialiste nel 1935. Per un elenco sommario consultare la pagina web: https://bataillesocialiste.wordpress.com/revues/spartacus-1934-1939/

21Les Amis de Spartacus, Les soixante-dis ans des Cahiers Spartacus, 2006.

22 Purtroppo la lettera in cui P. menziona la tripartizione delle serie è andata perduta.

23Grève générale, parti et syndicats è il numero 21 della prima serie, risale al 1946.

24Estratto di intervista a Gianni Carrozza, bibliotecario alla BDIC, 6/10/2015

25Estratto di intervista a Jean-Michel Kay dell’associazione “Amis de Spartacus”, ottobre 2015

26Estratto di intervista a J. Chuzeville dell’associazione “Amis de Spartacus”, ottobre 2015

27 In Italia, la prima collana di libri tascabili distribuiti nelle edicole fu quella degli Oscar Mondadori, lanciati con Addio alle armi di Hemingway nel 1965 con una tiratura di 60.000 copie. I libri, a uscita settimanale quindi considerati come «pubblicazione periodica», beneficiavano degli sgravi fiscali concessi alla stampa. Nella storia del libro e del sistema editoriale italiano ciò è considerato un primato. Effettivamente, fu un’idea che, spinta da un capitale economico consistente, permise a Mondadori di vendere milioni di copie. Nel suo piccolo, la storia di Spartacus dimostra che ci fu qualcuno, oltralpe, che concepì -e mise in pratica – l’idea qualche decennio prima.

28Intervista a Gianni Carrozza, 6/10/2015. L’intervistato animò un’altra esperienza editoriale italiana: quella di una rivista diffusa sotto il nome di Collegamenti, poi Collegamenti Wobbly.

29Dall’intervista a Jean Michel Kay e Julien Chuzeville, 18/10/2015.

30Dall’intervista a Gianni Carrozza del 6/10/2015.

31Dall’intervista a François Cerutti, 7/1/2016. Per un racconto dettagliato di quei movimentati giorni di barricate vedere anche: D’Alger à Mai ’68. Mes années de révolution, Spartacus, Paris, 2010.

32A proposito del rapporto tra Lefeuvre e G. Debord: «Debord lisait les éditions Spartacus, et dans sa correspondance il dit quelque chose sur René Lefeuvre comme “diffusant des brochures, certaines excellentes.” un truc comme ça… Mais c’était pas trop son truc, Champ Libre a été créé par un mec qui avait de l’argent, c’était autre chose. Sur le plan des hommes, je n’imagine pas plus différent que René et Debord. Debord était un artiste à la base. Lefeuvre à la base était maçon. René a construit sa maison. Debord a pas eu une vie facile mais… c’est pas le même milieu. C’est pas la même génération, non plus. Individuellement on ne sait même pas s’ils se sont jamais croisés.» estratto dall’intervista a Jean Michel Kay del 18/10/2015

33Dall’intervista a Serge Quadruppani, 11/12/2015.

34 «Mais ses livres étaient là,à la Sorbonne occupée en mai 68. C’était Olivier Messac qui avait fait le stand. Son grand-père éditait une revue dans les années trente, qui connaissait René de ces années-là parce que c’était une revue d’éducation populaire.» – dall’intervista a Jean Michel Kay e Julien Chuzeville, 18/10/2015.

35Dall’intervista a F. Cerutti, 07/01/2016. Nel film René Lefeuvre – pour le socialisme et la liberté, racconta della visita di François Mitterrand alla libreria.

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